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D.L. LAVORO

La presente Circolare esamina le principali novità apportate in sede di conversione nel DL 4.5.2023 n. 48 (c.d. decreto “Lavoro”) nella L. 3.7.2023 n. 85.
In particolare, vengono analizzati:
– la detassazione del lavoro notturno e festivo per i dipendenti di strutture turistico-alberghiere;
– le modifiche in tema di rinnovo del contratto a termine;
– le modifiche ai limiti dimensionali per la somministrazione di lavoro a tempo indeterminato;
– la proroga dei termini in materia di smart working;
– le modifiche agli obblighi informativi del datore di lavoro;
– la tutela previdenziale per i beneficiari dello stralcio dei debiti contributivi;
– le modifiche al nuovo “assegno di inclusione”;
– il prepensionamento dei giornalisti dipendenti da imprese del settore dell’editoria;
– il parametro della differenza retributiva per i lavoratori degli enti del Terzo settore e delle imprese sociali;
– i contributi per la formazione dei lavoratori marittimi;
– le modifiche alla disciplina del Libretto Famiglia per il pagamento delle prestazioni occasionali.

#LAVORO #SMARTWORKING #CONTRATTI

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VOGLIO AIUTARE LE PMI A RIPARTIRE DOPO QUESTO STOP EMERGENZIALE. 

Solo per questo periodo di emergenza COVID-19 vorrei offrire GRATUITAMENTE le mie competenze a sostegno di aziende che hanno bisogno di aiuto e lo desiderano.

Per quanto possibile, date anche le richieste che riceverò, sto cercando di organizzarmi per garantire al maggior numero possibile di imprenditori un coaching sui temi:

  • GESTIONE CREDITO COMMERCIALE, GESTIONE FINANZIARIA E FINANZA AGEVOLATA:

budget, gestione della liquidità, tesoreria aziendale, rating bancario e le varie forme di accesso al credito

  • IL RISCHIO DI IMPRESA:

strategie per misurare e governare i rischi di impresa

  • COMPLIANCE AMMINISTRATIVA AZIENDALE

definire e controllare i processi amministrativo-contabili

  • BILANCIO E CONTABILITA’

capire l’impresa attraverso la lettura del bilancio e della contabilità

  • STRUMENTI DI ALLERTA DELLA CRISI DI IMPRESA (art.12 D.Lgs.14/2019):

prospettive di continuità aziendale e sostenibilità dei debiti di impresa, rendiconto finanziario e principali kpi

  • LE BASI DEL CONTROLLO DI GESTIONE:

riclassificazioni di bilancio e principali kpi;

  • LA MARGINALITÀ:

calcolare la marginalità di un prodotto/servizio;

  • LA GESTIONE DEI FORNITORI:

scelta, performance e attività;

  • COME IMPOSTARE UN PROGETTO:

i punti essenziali di un business plan;

  • GESTIONE DELLE RISORSE UMANE:

delega e formazione dei collaboratori.

Contattatemi in privato utilizzando whatsapp o telegram, memorizzerò la vostra richiesta per ulteriori aggiornamenti.

Partiamo!

NON TUTTI I MALI VENGONO PER NUOCERE, ALCUNI SONO OPPORTUNITÀ.

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CGIL, CISL, UIL: sottoscritto con il Governo il “protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”

COMUNICATO STAMPA UNITARIO CGIL, CISL, UIL

Roma, 14 marzo – Questa mattina, presso la Presidenza del Consiglio, Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto con il Governo e le parti datoriali un “protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”.
È un risultato molto importante in una fase che impone a tutti massima responsabilità nel garantire, prima di ogni altra cosa, la sicurezza e la salute dei lavoratori e delle lavoratrici. La salute di chi lavora è per noi un’assoluta priorità che deve precedere qualunque altra considerazione economica o produttiva.
L’accordo che questa mattina abbiamo sottoscritto consentirà alle imprese di tutti i settori, attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali e la riduzione o sospensione dell’attività lavorativa, la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro.
Nell’accordo è stato previsto il coinvolgimento dei lavoratori e delle loro rappresentanze a livello aziendale o territoriale per garantire una piena ed effettiva tutela della loro salute. Per questo è importante che in tutti i luoghi di lavoro si chieda una piena effettività dell’intesa che è stata raggiunta.
Sappiamo che il momento è difficile e sappiamo che i lavoratori e le lavoratrici italiane sapranno agire e contribuire, con la responsabilità che hanno sempre saputo dimostrare, nell’adeguare l’organizzazione aziendale e i ritmi produttivi per garantire la massima sicurezza possibile e la continuazione produttiva essenziale per non fermare il Paese.
Importante è la sottoscrizione del testo da parte del Governo che, per quanto di sua competenza, favorirà la piena attuazione del protocollo.

(fonte: www.cgil.it)

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Niente retribuzione per i dipendenti di esercizi commerciali obbligati alla chiusura

La questione deve essere trattata distinguendo due diverse tipologie di esercizi commerciali, a seconda che la chiusura sia obbligatoria o frutto di una scelta imprenditoriale.

  • Per le attività la cui chiusura sia imposta dalle disposizioni di un DPCM, come ad esempio un bar, un parrucchiere, un cinema, un teatro od una sala giochi, non vi sono dubbi sul fatto che i dipendenti possano essere sospesi dal rapporto di lavoro, senza diritto alla retribuzione, fino a quando perdurerà il divieto imposto dall’autorità. La sospensione unilaterale del rapporto da parte del datore di lavoro è in questo caso giustificata e realizza i presupposti dell’impossibilità sopravvenuta della prestazione lavorativa per motivi oggettivi, che giustifica il mancato pagamento della retribuzione, sulla base delle disposizioni di carattere generale di cui agli artt. 1218 e 1256 c.c. Analoghe considerazioni valgono per quegli esercizi che, anche nel periodo in cui era ancora possibile la loro apertura, non erano nelle condizioni oggettive di rispettare la distanza minima di un metro tra gli avventori, come ad esempio il caso di un piccolo bar, predisposto a rendere solo il servizio al banco. Anche in questo caso, evidentemente, la chiusura discenderebbe da condizioni oggettive che non consentono la prosecuzione dell’attività fino a quando perdureranno i divieti introdotti dal Governo.
  • Un discorso diverso vale, invece, per quegli esercizi commerciali che hanno chiuso o chiuderanno per scelta, dettata evidentemente da una situazione che rende assolutamente antieconomico proseguire nell’attività fino a quando perdureranno le limitazioni alla circolazione delle persone introdotte per contenere il contagio del virus COVID-19.
    In questo caso, infatti, occorre stabilire se la sospensione unilaterale disposta dal datore di lavoro sia giustificata e come tale lo esoneri dall’obbligazione retributiva.

Sul punto la giurisprudenza di legittimità ha già avuto modo di esprimersi, affermando anche di recente che la sospensione è legittima soltanto quando non sia imputabile al datore di lavoro, non sia prevedibile ed evitabile e non sia riferita a carenze di programmazione o di organizzazione aziendale ovvero a contingenti difficoltà di mercato (Cass. n. 14419/2019). Sempre secondo la Corte in questi casi non è necessario che il dipendente “sospeso” provi di aver messo a disposizione le sue energie lavorative nel periodo in contestazione, in quanto, per il solo fatto del rifiuto datoriale di ricevere la prestazione, che realizza un’ipotesi di “mora credendi”, il dipendente conserva il diritto alla retribuzione.

Le caratteristiche della situazione che si è venuta a creare in questi giorni, che non può certo essere paragonata ad una contingente difficoltà di mercato, visto il carattere eccezionale degli avvenimenti che stiamo vivendo, rende discutibile che la sospensione possa essere considerata imputabile al datore di lavoro e che, di conseguenza, il lavoratore mantenga il diritto alla retribuzione quando la chiusura dell’esercizio commerciale sia frutto di una scelta non imposta dai provvedimenti dell’autorità di cui si è detto.

Le incertezze sulle conseguenze della temporanea interruzione dell’attività sul piano retributivo, destinate a riguardare un numero di lavoratori in progressivo aumento, nel protrarsi dell’attuale situazione, rendono a maggior ragione necessario che l’intervento in tema di ammortizzatori sociali che il Governo si appresta ad approvare sia di ampia portata, così da garantire a tutti i lavoratori dipendenti il mantenimento di un reddito.

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REGIONE LAZIO: CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO PER LO SMART WORKING

Per fronteggiare l’emergenza coronavirus la Regione Lazio ha messo a bando 2 Ml per smart working

La Regione Lazio ha messo a bando 2 milioni di euro per incentivare lo smart working, modalità di lavoro compatibile con le direttive del DPCM 9/03 per contenere la diffusione delle infezioni da coronavirus.

Questa misura consentirebbe ad alcuni tipi di impresa di continuare ad operare in sicurezza, riducendo l’impatto economico delle misure disposte dal governo.

Cos’è lo Smart Working?

Lo smart working non è semplicemente un “lavorare da casa”. Essendo una modalità che sempre più sta prendendo piede nelle PMI italiane e non, grazie soprattutto agli effetti “benefici” sia per i datori di lavoro che per i dipendenti, si è resa necessaria la definizione di un quadro normativo per la regolamentazione di diritti/doveri di aziende e lavoratori.

I principi che animano lo smart working sono quelli della flessibilità e della personalizzazione svincolati da limiti temporali o spaziali, organizzando il lavoro per obiettivi piuttosto per prestazione oraria.

Il cosiddetto “telelavoro” è solo una delle modalità con cui questo nuovo paradigma lavorativo viene impiegato. È però proprio questa caratteristica, a renderlo necessario in un contesto di emergenza epidemiologica, assicurando il flusso di lavoro in condizioni di isolamento personale, e quindi limitando a zero i contatti e gli spostamenti di migliaia di persone.

In questo senso, lo smart working a “distanza”, poggia le sue fondamenta su alcune tecnologie digitali e su best practices consolidate a livello organizzativo.

Chi può accedere al contributo?

Possono fare domanda le imprese iscritte nelle Camere di Commercio di competenza, oppure soggetti in possesso di partita IVA non iscritti in Camera di Commercio che soddisfino i seguenti requisiti:

  • Sede operativa nel Lazio
  • Avere almeno 2 dipendenti
  • Non essere già in possesso di un piano di smart working
  • Risultare in regola rispetto alla verifica contributiva
  • Risultare ottemperante o non assoggettabile agli obblighi di assunzione ai sensi della legge 12 marzo 1999, n. 68
  • Non rientrare nei campi di esclusione (pesca, acquacultura e produzione agricola primaria)
  • Non essere in stato di fallimento, di procedura concorsuale, di liquidazione (anche volontaria), di amministrazione controllata, di concordato preventivo o situazioni equivalenti secondo la normativa.

Quali sono le spese ammissibili?

Gli interventi ammessi si dividono in due categorie:

  • AZIONE A: servizi di consulenza e formazione per la formulazione e regolamentazione di un piano di smart working aziendale
  • AZIONE B: acuisto di strumenti tecnologici funzionali allo smart working

L’attività di formazione può essere svolta dagli stessi soggetti proponenti, o da un Organismo accreditato in ATI/ATS con i soggetti proponenti.

Esistono delle limitazioni nel numero di ore di formazione ammesse al contributo, variabili in base al numero dei dipendenti.

Per quanto riguarda l’AZIONE B, ovvero l’acquisto di strumenti tecnologici, sarà possibile ammettere tra le spese:

  • Hardware
    • Notebook
    • Smartphone
    • Accessori
  • Software specifico per lo smart working

Destinatari

Potranno beneficiare degli interventi i dipendenti con contratto a tempo indeterminato o determinato, con contratto di apprendistato, o i soci-lavoratori di cooperative.

Sono esclusi: tirocinanti, collaboratori d’impresa, lavoratori con contratto di somministrazione o con contratto di lavoro intermittente, i titolari d’impresa e i componenti dei CDA.

Il contributo

Il contributo per le singole imprese è diviso nelle due AZIONI secondo la seguente tabella:

Numero di dipendenti Importo totale Di cui per AZIONE A Di cui per AZIONE B
Da 2 a 10 dipendenti € 7.500,00 € 5.000,00 € 2.500,00
Da 11 a 20 dipendenti € 10.500,00 € 7.000,00 € 3.500,00
Da 21 a 30 dipendenti € 15.000,00 € 10.000,00 € 5.000,00
Oltre i 30 dipendenti € 22.500,00 € 15.000,00 € 7.500,00

Le azioni dovranno essere realizzate entro 9 mesi dalla data di comunicazione di avvio attività.

Come e quando fare domanda

Le domande potranno essere presentate dalle ore 9:30 del 12 marzo 2020 fino ad esaurimento risorse, con la modalità “on demand” ed assegnazione in base al punteggio raggiunto.

L’avviso pubblico del bando al seguente link

La documentazione da caricare nel formulario è:

  • domanda di ammissione a finanziamento, prodotta dal sistema come da allegato A 01, da stampare, firmare e allegare;
  • dichiarazioni redatte sui modelli Allegato A 02a e 02b, prodotte dal sistema, da stampare, firmare e allegare (nel caso di ATI/ATS il modello Allegato A 02b deve essere compilato da tutti i componenti mandanti dell’associazione);
  • dichiarazione aiuti “de minimis”, come da Allegato A 03, da stampare, firmare e allegare (e relativi allegati I e II);
  • atto di costituzione dell’ATS o ATI, laddove già costituita, nel caso di soggetto associato ovvero dichiarazione di intenti di tutti i soggetti che si presentano in forma associata nel caso di soggetto associato, in sostituzione dell’atto di costituzione, qualora questa non sia stata ancora formalizzata. La dichiarazione di intenti deve essere sottoscritta da tutti i rappresentanti legali dei soggetti coinvolti (Allegato A 04).
  • atto unilaterale di impegno, come da modello Allegato B, prodotto dal sistema, da stampare, firmare e allegare;
  • formulario di presentazione della Proposta da compilare on line (un esempio dei dati richiesti è riportato nell’allegato C);
  • scheda finanziaria di progetto, da compilare on line (esempio nell’Allegato D);
  • documento di identità del legale rappresentante, o del suo delegato, del soggetto proponente o, in caso di ATS o ATI di tutti i rappresentanti legali o loro delegati dei soggetti costituendi l’associazione;
  • eventuali deleghe dei rappresentanti legali dei soggetti proponenti o degli altri soggetti facenti parte dell’ATI o ATS;

EMVAS continua a fornire la propria consulenza proprio con gli strumenti dello smart working, quindi non esitare a contattarci se hai bisogno di aiuto nella presentazione del tuo progetto.

Oltre il Coronavirus

Lo smart working, strumento necessario in questo difficile periodo per le PMI, può essere letto anche in chiave di investimento futuro.

Numerosi studi sull’argomento dimostrano infatti un incremento della produttività dei lavoratori in smart working, uno dei quali, dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, quantifica questo dato in un incremento del 15% per lavoratore.

Questo incentivo regionale potrà quindi essere utile a studiare e pianificare la propria politica di smart working e testarne l’efficacia in vista di una più ampia adozione di queste “intelligenti” modalità di lavoro.

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11 MARZO 2020: ITALIA QUASI BLINDATA , GESTIONE DEI RAPPORTI DI LAVORO.

A seguito delle nuove misure annunciate dal premier Conte l’11 marzo 2020 il nuovo quadro delle restrizioni è stato definito in nottata con la pubblicazione del provvedimento, che stabilisce la chiusura di gran parte delle attività di vicinato al dettaglio, come ristoranti e bar in tutta Italia, e non solo. Restaranno tuttavia aperte farmacie, parafarmacie, negozi di generi alimentari e di prima necessità (identificati in un allegato), edicole.

LE ATTIVITA’ DI PRIMA NECESSITA’ APERTE

COMMERCIO AL DETTAGLIO

Ipermercati
Supermercati
Discount di alimentari
Minimercati ed altri esercizi non specializzati di alimentari vari
Commercio al dettaglio di prodotti surgelati
Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati di computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici
Commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacco in esercizi specializzati (codici ateco: 47.2)
Commercio al dettaglio di carburante per autotrazione in esercizi specializzati
Commercio al dettaglio apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni (ICT) in esercizi specializzati (codice ateco: 47.4)
Commercio al dettaglio di ferramenta, vernici, vetro piano e materiale elettrico e termoidraulico
Commercio al dettaglio di articoli igienico-sanitari
Commercio al dettaglio di articoli per l’illuminazione
Commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici
Farmacie
Commercio al dettaglio in altri esercizi specializzati di medicinali non soggetti a prescrizione medica
Commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici in esercizi specializzati
Commercio al dettaglio di articoli di profumeria, prodotti per toletta e per l’igiene personale
Commercio al dettaglio di piccoli animali domestici
Commercio al dettaglio di materiale per ottica e fotografia
Commercio al dettaglio di combustibile per uso domestico e per riscaldamento
Commercio al dettaglio di saponi, detersivi, prodotti per la lucidatura e affini
Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet
Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato per televisione
Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto per corrispondenza, radio, telefono
Commercio effettuato per mezzo di distributori automatici

SERVIZI ALLA PERSONA

Lavanderia e pulitura di articoli tessili e pelliccia

Attività delle lavanderie industriali

Altre lavanderie, tintorie

Servizi di pompe funebri e attività connesse

Restano ferme le disposizioni sul lavoro agile

Per i lavoratori, le esigenze lavorative sono quelle normalmente connesse al rapporto di lavoro, che devono essere comprovate, quindi in qualche modo documentate. Pertanto, si dovrà certificare mediante documentazione rilasciata dal proprio datore di lavoro che lo spostamento avviene per esigenze di lavoro, ma i lavoratori potranno anche autocertificarlo.

Quanto al ricorso al lavoro agile, rimane fermo quanto disposto dal DPCM dell’8 marzo. Rimane così invariato l’accesso “semplificato” allo smart working: i datori di lavoro presenti sull’intero territorio nazionale sono invitati ad applicare la particolare modalità di svolgimento della prestazione rappresentata dal lavoro agile per la durata dello stato di emergenza (quindi fino al 31 luglio 2020), anche in assenza degli accordi individuali, pur nel rispetto dei principi dettati dalle disposizioni contenute nella L. 81/2017

Sul sito INAIL è scaricabile un modello di informativa per assolvere agli obblighi datoriali in materia di sicurezza sul lavoro di cui all’art. 22 della L. 81/2017, che dovrà essere inviata in via telematica ai lavoratori e ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS). Vai alla pagina INAIL

Si ricorda, poi, che sul sito Cliclavoro i datori di lavoro, utilizzando le credenziali del portale, potranno accedere alla procedura telematica semplificata per il caricamento massivo delle comunicazioni di smart working, essendo stato posticipato a data da destinarsi l’accesso ai servizi on line tramite SPID (Sistema pubblico di identità digitale) del Ministero del Lavoro.
Tra le informazioni da indicare nelle predette comunicazioni massive rientrano i dati anagrafici dell’azienda e dei lavoratori interessati, la posizione assicurativa territoriale INAIL (c.d. PAT), la voce di tariffa INAIL associata al rapporto di lavoro e la data di inizio e fine del lavoro agile.

La Circolare 5/2020 della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro fa un’analisi degli strumenti di gestione del rapporto di lavoro previsti dallo stesso DPCM 8 MARZO 2020 (fruizione delle ferie e congedi e utilizzo del lavoro agile), con illustrazione di procedure e formulari per aiutare tutti gli operatori del mercato a gestire il rapporto di lavoro subordinato, secondo le esigenze straordinarie dettate dall’attuale emergenza sanitaria.

Sulle misure alternative datore e lavoratori devono raggiungere un accordo

In alternativa al lavoro agile, i datori di lavoro, pubblici e privati, sono infine esortati a promuovere, fino – per il momento – al 3 aprile, la fruizione da parte dei lavoratori dipendenti di periodi di congedo ordinario e di ferie (art. 1, comma 1 lett. e) del DPCM 8 marzo 2020).
La fruizione del congedo o delle ferie da parte dei lavoratori costituisce, quindi, una misura alternativa rispetto allo smart working per fronteggiare l’attuale emergenza sanitaria. Risulta evidente, dal dato testuale della disposizione, in cui è appunto utilizzato il verbo “promuovere”, che non può trattarsi di un’imposizione datoriale in quanto le parti contrattuali, quindi datore di lavoro e lavoratori, devono raggiungere sul punto un accordo.
Resta, comunque, il fatto che l’utilizzo di congedi o ferie potrebbe rappresentare un valido strumento per limitare gli spostamenti dei lavoratori per tutte le aziende in cui il ricorso al lavoro agile risulti particolarmente difficoltoso per il tipo di attività svolta o non sia comunque possibile per esigenze organizzative.

Suggerimenti operativi per la gestione del Coronavirus

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI (DVR) • Il datore di lavoro che impieghi almeno un lavoratore ha la responsabilità esclusiva della valutazione dei rischi e della redazione del relativo documento (DVR).

• Egli è tenuto a valutare, in collaborazione con Medico Competente e Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), la previsione di un rischio biologico specifico connesso al Coronavirus.

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI DA INTERFERENZA (DUVRI) • Il DUVRI (art. 26, c. 3 D. Lgs. 81/2008) deve essere formalizzato nell’ambito di un contratto di appalto per lo svolgimento di specifiche attività alle quali due o più imprese cooperano.

• L’introduzione di personale esterno in condizioni di emergenza sanitaria nazionale rappresenta un fattore estremamente critico e, nei casi di appalto, occorre valutare la necessità di aggiornare il DUVRI, adottando le misure conseguenti e ricalcolando i relativi costi per la sicurezza.

DISPOSITIVI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE (DPI) • Il datore di lavoro deve dotarsi, in base ai rischi, di adeguate quantità di Dispositivi di protezione individuale (DPI) da fornire ai lavoratori che vanno formati all’uso e resi disponibili ai soggetti che abbiano l’autorizzazione di accesso.

• Si deve considerare che si tratta di materiali monouso (guanti e mascherine) da indossare e togliere seguendo corrette procedure e depositare, al termine, in contenitori chiusi. Le mascherine hanno efficacia limitata nel tempo e devono essere sostituite.

CORRETTA PRASSI IGIENICA E SANIFICAZIONE • Occorre garantire una corretta igiene di ambienti e superfici (con disinfettanti per superfici contenenti alcol – etanolo – oppure a base di cloro all’1% – candeggina) e delle mani (con acqua e sapone per almeno 20 secondi, oppure con disinfettante per mani a base alcolica).

• Nelle aree accessibili agli addetti/utenti e all’interno dei locali aziendali occorre mettere a disposizione erogatori di liquido disinfettante per l’igiene.

ADEGUATA INFORMAZIONE E FORMAZIONE I lavoratori devono ricevere le informazioni sui rischi e le istruzioni di corretta prassi igienica. Devono essere tempestivamente informati e formati sulle procedure implementate dal datore di lavoro per prevenire il rischio, fronteggiare la diffusione del virus e gestire eventuali casi di contagio.
LIMITARE ACCESSI AZIENDALI PER LE AZIENDE NON SOGGETTE ALL’OBBLIGO DI CHIUSURA DAL 11 MARZO Le aziende devono limitare l’accesso di soggetti esterni (clienti, fornitori, ecc.) e comunicare: o la necessità di contingentare gli accessi a quelli strettamente necessari, rispettando la distanza di sicurezza di almeno 1 metro ed evitando gli assembramenti; o l’eventuale insorgenza di contagi tra il personale dipendente, informando, se necessario, le Autorità sanitarie. • Occorre rispettare la normativa sulla privacy.
TRASFERTE Salvo i casi di assoluta necessità, dovranno essere annullate tutte le trasferte e limitati gli spostamenti, privilegiando collegamenti a distanza.
SMART WORKING Si consiglia, di assegnare, quando possibile, il lavoratore a prestazioni lavorative in smart working, che può essere attivato anche senza accordo preventivo col lavoratore, con obbligo di informativa scritta.
AUTORITÀ SANITARIE • I datori di lavoro devono comunicare alle Autorità sanitarie qualsiasi dato relativo ai soggetti contagiati, per consentire l’applicazione di adeguate misure di tutela della salute.

• È vietato, ai datori di lavoro, raccogliere dati sanitari dei dipendenti o del pubblico, come previsto dalla normativa sulla privacy.

 

Schemi di approccio alla gestione delle risorse umane per gli studi professionali e per le imprese

Un utile schema di approccio, nel nuovo contesto creato dal DPCM 9 marzo 2020 che Studi Professionali e Aziende dovranno affrontare, è stato elaborato dall’Unione Giovani Dottori Commercialisti. L’Unione propone un percorso multidisciplinare attraverso il problema della gestione delle risorse umane in questo momento di emergenza affinché si possano trovare soluzioni al presente ma nascano anche proposte per il futuro.

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In arrivo il Decreto salva-economia da € 25 miliardi.

E’ atteso il pacchetto governativo di misure economiche da € 25 miliardi.

  • Decreto salva-economia – Con il placet di Bruxelles, il Governo sta studiando una moratoria per i prestiti alle imprese (comprese partite Iva) e alle famiglie e un pacchetto a sostegno dei settori coinvolti dalla crisi come turismo, logistica, trasporti, cultura, per i quali si ipotizza un’esenzione parziale da tasse e contributi:
      • congedo straordinario di 12 giorni (che potrebbe diventare di 15) per i lavoratori dipendenti, pubblici e privati (forse anche per i lavoratori autonomi) con figli con età fino a 12 anni (non ci saranno limiti per figli con disabilità), retribuito al 30% dello stipendio. L’alternativa potrebbe essere un voucher baby sitter del valore di 600 euro;
      • integrazione dei sussidi a favore dei lavoratori stagionali;
      • ammortizzatori sociali tramite un iter veloce e semplificato; possibilità di accedere alla cassa integrazione in deroga anche per le microimprese con massimo 5 dipendenti, con valore retroattivo fino al 23.02.2020 e una durata di almeno 60 giorni;
      • sistema di garanzia del valore di 2 miliardi affidate al Fondo di garanza per le Pmi al fine di consentire la moratoria sui prestiti alle Pmi e sui mutui per l’acquisto della prima casa.
  • Ammortizzatori – Prima del ricorso agli ammortizzatori sociali, si ricordano le consuete raccomandazioni:
    • ricorso allo smart working;
    • fruizione di ferie già maturate (per le ferie in corso di maturazione si fa riferimento al Ccnl e comunque non è ammesso il potere unilaterale del datore di lavoro) in caso di chiusura totale o parziale dell’attività;
    • variazioni di orario.

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Coronavirus: Obblighi e raccomandazioni per i datori di lavoro

Le norme, in vigore dal 10 marzo 2020 e fino al 3 aprile 2020, prevedono limiti (fino al divieto) allo spostamento in entrata e in uscita dai territori nonché ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico.
Resta confermata, per i datori di lavoro, la possibilità di applicare lo smart working con modalità semplificate per tutta la durata dell’emergenza e l’invito ad agevolare la fruizione dei congedi e delle ferie maturate dai propri lavoratori dipendenti.

Obblighi in materia di sicurezza

Il Coronavirus costituisce infatti un nuovo rischio biologico specifico. Il datore di lavoro è innanzitutto tenuto ad aggiornare il Documento di Valutazione dei Rischi presente in azienda individuando le condizioni di svolgimento dell’attività di lavoro dipendente che possono generare situazioni di pericolo per i lavoratori. La predisposizione di uno specifico piano di prevenzione e protezione costituisce piena responsabilità del datore di lavoro, che dovrà operare in collaborazione con il medico competente e con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP).
Anche il DUVRI, redatto per i singoli contratti di appalto, deve essere integrato qualora siano rilevati rischi legati alla presenza di agenti cancerogeni, chimici, biologici, o da atmosfere esplosive. Ogni datore di lavoro deve fornire ai propri lavoratori:
– una adeguata informativa con le disposizioni vigenti per fronteggiare la diffusione dell’epidemia e sul comportamento da tenere in caso di sospetto contagio
– i Dispositivi di Protezione Individuale, quali guanti e mascherine.
I datori di lavoro sono altresì obbligati a comunicare alle Autorità Sanitarie qualsiasi dato o informazione utile a gestire le attività di prevenzione ma agli stessi è vietata la raccolta di dati sanitari, nel rispetto della normativa vigente in materia di tutela dei dati personali (GDPR).
All’interno dei locali aziendali e nelle zone accessibili al pubblico/utenza, devono essere resi disponibili erogatori di soluzioni disinfettanti per le mani e deve essere assicurata la salubrità degli ambienti tramite una accurata pulizia degli spazi e delle superfici.
Misure di carattere organizzativo
Fino al prossimo 3 aprile 2020, le aziende sono tenute a limitare al massimo l’accesso di soggetti esterni e l’eventuale insorgere di contagi tra il personale dipendente. Laddove possibile è opportuno ricorrere a prestazioni lavorative in smart working: tale opzione è esercitabile, fino alla fine del periodo di emergenza, presuntivamente stabilito per il 31 luglio 2020, anche senza il preventivo accordo col lavoratore previsto ordinariamente dalla normativa in materia. È stata inoltre una modulistica semplificata, disponibile per il download nella apposita sezione del sito del Ministero del Lavoro.
È inoltre necessario annullare tutte le trasferte lavorative non indispensabili, privilegiando soluzioni telematiche di riunione.
Il decreto inoltre consiglia a datori di lavoro pubblici e privati di far fruire al proprio personale dipendente tutte le ferie e i permessi già maturati.
Restano invece sospesi i congedi ordinari del personale sanitario e tecnico, nonché del personale le cui attività siano necessarie a gestire le attività richieste dalle unità di crisi costituite a livello regionale.
Misure di sostegno al reddito
In materia di ammortizzatori sociali, è prevista la possibilità di chiedere la CIG ordinaria o l’assegno ordinario o la CIG in deroga, quest’ultima con durata massima attualmente pari ad un mese, secondo le disposizioni previste dal D.L. n. 9/2020.  Ai lavoratori è riconosciuta la contribuzione figurativa e i relativi oneri accessori.
In attesa delle relative modalità applicative, resta anche il promesso indennizzo mensile pari a 500 euro per un massimo di tre mesi in favore dei lavoratori autonomi assicurati presso l’INPS.

 

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Coronavirus, le misure per artigiani e Pmi sotto i 6 dipendenti

Si riassumono i principali ammortizzatori a disposizione per aziende artigiane e PMI, alla luce dell’emergenza Coronavirus.

  • FSBA (Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato) – Un apposito protocollo prevede la sospensione dal lavoro con causale “COVID 19 – CORONAVIRUS” a partire dal 26.02.2020, attraverso la stipula di uno specifico verbale di accordo sindacale (qui il facsimile).
    • Requisiti – Sono ammesse le imprese artigiane di qualsiasi dimensione che applicano i contratti nazionali sottoscritti da Cgil, Cisl e Uil e Confartigianato, Cna, Casartigiani e Clai.
    • Condizioni – Per accedere alla prestazione è richiesto un calo di attività lavorativa subordinata all’emergenza sanitaria in atto, per una durata massima di 20 settimane nell’arco del biennio mobile (100 giorni per settimana lavorativa di 5 giorni e 120 giorni per settimana lavorativa di 6 giorni). Il primo periodo richiedibile decorre dal 26.02 al 31.03 con la possibilità che il verbale possa essere sottoscritto successivamente rispetto alla data d’inizio della sospensione, anche online. Il singolo verbale non può prevedere una durata di sospensione superiore a un mese di calendario.
    • Deroghe – Viene sospeso il requisito dei 90 giorni di anzianità aziendale per i lavoratori coinvolti purché assunti in data antecedente al 26.02.2020. Per le aziende viene sospeso limite di 6 mesi della regolarità contributiva, in particolare per le aziende neo costituite, purché già attive prima del 26.02.2020.
    • Importo – Ai lavoratori aspetta un’indennità pari al 80% della retribuzione con un massimale pari a € 1.199,72.
    • Destinatari – Tutte le imprese anche con un solo dipendente, che applicano i seguenti CCNL:
      • Area Acconciatura – Estetica
      • Area Alimentari e Panificazione
      • Area Comunicazione
      • Area Chimica e Ceramica
      • Area Legno e Lapidi
      • Area Meccanica
      • Area Tessile – Moda
      • Area Pulizia
      • Area Autotrasporto.
  • Cassa integrazione in deroga – Per Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, Il Dpcm 2.03.2020 ha previsto la concessione di ammortizzatori in deroga alla aziende con meno di 6 dipendenti, del settore privato compreso quello agricolo.
    • Un mese – La concessione è pari a un mese di sospensione o di riduzione dell’orario di lavoro a decorrere dal 23.02.2020 e in costanza di rapporto di lavoro; è prevista per lavoratori che risultino alle dipendenze dal 23.02.2020.
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Gestire il rischio d’impresa da “Coronavirus”

Quello che sta succedendo in questi giorni ha davvero dell’incredibile, un vero e proprio danno per l’economia italiana, in particolar modo per quelle piccole realtà imprenditoriali locali che ad oggi, dopo ordinanze restrittive e il panico diffuso, si ritrovano ad affrontare una vera e proprio crisi. Locali chiusi al pubblico a seguito di ordinanze, ristoranti semi deserti, aziende ad un passo dalla banca rotta! Una vera tragedia per l’economia italiana.

Lombardia, Veneto e Emilia Romagna, le regioni più colpite, sono anche quelle che incidono sul 40% del PIL italiano. Il settore del turismo, che incide sul 12% del PIL globale, ha subito una stangata. Confcommercio stima una perdita complessiva di 5-7 miliardi di euro.

L’obiettivo di questo documento è fornirti, in caso di difficoltà, dei suggerimenti pratici e operativi da mettere in atto fin da subito per quanto riguarda la gestione della tua attività.

PUNTO 1: Valutazione oggettiva sulla liquidità della tua impresa

Il primo punto che dovresti approfondire per comprendere al meglio i rischi a cui è sottoposta la tua realtà imprenditoriale riguarda gli aspetti di gestione finanziaria. In particolare dovresti concentrarti sul cash flow.

Quanto hai sul conto in banca?  Se oggi i clienti dovessero smettere di servirsi da te, quanto tempo potrebbe resistere la tua azienda a livello economico, considerando i costi fissi e i costi variabili?  Conosci già qual è la soglia di fatturato minimo a cui ambire per coprire tutti i costi?

Questi sono i primi 2 conti in tasca che devi farti!

Questo è il termometro che permette di comprendere le azioni successive da intraprendere per superare efficacemente questo periodo di difficoltà. Se vedi che stai andando oltre i costi di gestione, cerca di tagliare il più possibile investimenti non strettamente necessari per far sopravvivere l’attività. Viaggi per lavoro? Sembra banale ma inizia a fare le pulci sugli hotel in cui vai a dormire. Analizza quei piccoli costi inutili che paghi pigramente ogni mese e sfrutta l’occasione per abbatterli. Se poi stai pensando a degli investimenti a lungo termine, rimanda il discorso a più avanti, quando le acque si saranno calmate.

PUNTO 2: Recupero crediti

Come prima soluzione, per ottenere maggiore cash flow, dovresti concentrarti sul recupero crediti. Quanti soldi hai fuori? Quelli sono soldi tuoi, che ti sei meritato con il tuo sudato lavoro, quindi è giusto che inizi a pretenderli dai tuoi clienti.

Grazie a questa attività, infatti, avrai a disposizione la liquidità per sostenere al meglio la situazione. Hai già una persona dedicata a questo tipo di attività?

Se non dovesse esserci, chi potrebbe dedicare del tempo a questa mansione tra le persone che attualmente compongono il tuo team e che in questo momento, a causa del business ridotto, sono inattive?

Stabilisci insieme a questa persona la quantità di tempo da investire per il recupero crediti e mettila subito in azione.

PUNTO 3: Riunione con lo staff

Anche i tuoi collaboratori potrebbero avere paura! E’ normale: in questi giorni sui giornali e in televisione non si fa altro che parlare del virus.

Ricorda che oltre agli aspetti economici, è importante preservare l’armonia e il benessere delle persone che fanno parte della tua azienda. Il capitale più importante della tua impresa, perché sono loro che fanno muovere il tuo business!

Per questo motivo è importante indire una riunione aziendale il cui focus riguarda le azioni che verranno intraprese dall’azienda per far fronte all’emergenza.

Comunica chiaramente quali sono le procedure da seguire per ridurre il rischio all’interno della struttura.

Se dovessero esserci persone con esigenze specifiche (ad esempio persone con bambini molto piccoli o genitori anziani) prendi in considerazione, se possibile, il telelavoro e lo smart working. Far continuare a lavorare persone prese dal panico potrebbe essere controproducente. Non sarebbero efficienti e rischierebbero di sfogare le loro frustrazioni sul lavoro.

Se ritieni di avere persone che rimarranno del tutto inoperose, prova a proporgli delle ferie anticipate. Nei casi peggiori, tieni in considerazione la cassa integrazione.

PUNTO 4: Rassicurare i clienti

Invia attraverso i canali di comunicazione di cui disponi (sito web, email, social, sms, etc…) una comunicazione in cui spieghi i motivi per cui le persone dovrebbero continuare a servirsi da te. In particolare, nella comunicazione, evidenzia i seguenti punti:

  • L’attività è aperta: Alcuni clienti a causa delle notizie di questi giorni, potrebbero pensare che tu sia chiuso. Sembra banale ma non lo è. Per prima cosa specifica orari di apertura e che il servizio prosegue come di consueto.
  • Ordinanza: Segnala che le ordinanze ti consentono di proseguire la tua attività e questo di per sé dovrebbe già essere una garanzia.
  • Protocolli ulteriori: Segnala che, in considerazione dell’emergenza in atto, hai preso tutte le dovute precauzioni (specifica quali sono, ad esempio “tutto il nostro personale ha fatto il tampone per il coronavirus” oppure “nel nostro locale sono presenti saponi detergenti e gel disinfettanti in tutto il locale”)
  • Esperienza e prodotto: Continua a sottolineare, sempre, la qualità del tuo prodotto o servizio. (esempio: i nostri ingredienti sono di alta qualità e a km 0, vengono trattati seguendo scrupolosamente le più rigorose norme igieniche…).

In queste comunicazioni dovresti “metterci la faccia”, ovvero esporti in prima persona come titolare e rappresentante dell’attività, in questo modo sarai tu la garanzia che tutto è sotto controllo e che non c’è davvero alcun motivo per allarmarsi o per cessare di rivolgersi alla tua azienda.

Il fatto di mostrarti  tu, psicologicamente, tranquillizzerà le persone. E’ un po’ come se stessi dicendo ad un amico “Ehi! Guarda che ci sono io! Puoi stare tranquillo!”

Raccogli delle testimonianze di clienti che continuano a servirsi da te. Condividi queste comunicazioni sui social network e su tutti i canali a disposizione.

Sui tuoi profili social inizia a diffondere immagini, grafici e testimonianze mediche autorevoli (ne avrai viste a centinaia in questi giorni) che dimostrano che il panico diffuso è ingiustificato.

Chiedi anche ai tuoi collaboratori, purché siano favorevoli, di fare lo stesso sui loro profili personali.

Ricorda che in momenti di crisi e di difficoltà è importante non abbattere i costi di comunicazione e di marketing. Alcuni concorrenti potrebbero smettere di investire sulla promozione, in questo modo se tu persisti, potrai ritagliarti nuovi spazi di mercato.

PUNTO 5: Offri uno sconto per non perdere una vendita

Studia attentamente delle strategie commerciali che ti permettano di mantenere alte le vendite, eventualmente offrendo promozioni e sconti.

Pensa soprattutto alle vendite che stai perdendo OGGI e che non hai modo di recuperare.

“Piuttosto che niente, è meglio piuttosto” dice un detto popolare. Come OSM e come esperti di marketing cerchiamo sempre di essere cauti nel consigliare ai clienti di attuare delle promozioni. Al contempo, in un momento di forte difficoltà, è meglio probabilmente aumentare le vendite, avendo meno margine di guadagno, che perdere del tutto il fatturato.

Alcuni esempi:

  • Hai un ristorante? Se sai che non avrai nessuno stasera proponi uno sconto sui tuoi canali a disposizione.
  • Hai un’agenzia di viaggi? Proponi dei pacchetti in offerta per l’estate a fronte di un pagamento anticipato.
  • Hai della merce in scadenza? Vendila oggi a prezzo in super offerta invece di perdere tutto. Lo stesso discorso vale per le rimanenze di magazzino accantonate in un angolino. Cerca di sbarazzartene subito. “Pochi, sporchi, ma subito” cita un detto parlando degli incassi. A volte è proprio così

PUNTO 6: Vendi adesso per il futuro

Se per qualsiasi motivo, la tua azienda subisce un calo dei clienti o delle richieste, cerca di trovare dei modi per riprogrammare la vendita o per anticipare le vendite future. Tutti i commerciali che adesso sono bloccati con le vendite, dovessero trovarsi inoperosi, potrebbero iniziare a lavorare e a vendere iniziative, prodotti e progetti previsti per il futuro. Cerca di far entrare adesso in cassa dei soldi per dei prodotti/servizi che fornirai in futuro!Ancora meglio, poi, se riesci a vendere dei prodotti/servizi su cui hai un alto margine di guadagno!

Alcuni esempi:

  • Hai un’azienda che si occupa di allestimenti fieristici? Metti subito i commerciali al lavoro per vendere servizi relativi alle prossime iniziative previste, con pagamento anticipato
  • Hai in previsione il lancio di un nuovo prodotto? Mettilo in prevendita offrendo, per chi paga in anticipo, un incentivo di acquisto (servizio in omaggio, uno sconto, una personalizzazione, un prodotto aggiuntivo incluso)

PUNTO 7: Gestire le disdette e le rinunce

Se qualche cliente intende rinunciare a un acquisto già effettuato o programmato, invece di perdere l’intero importo, offri uno sconto speciale per fargli cambiare idea o riprogramma l’erogazione del servizio o la consegna del prodotto offrendo un voucher di spesa dello stesso importo o leggermente superiore da utilizzare in un altro periodo.

L’obiettivo è non far uscire dei soldi che hai già in cassa.

Ad esempio:

  • Hai un hotel? Se un cliente ti chiama per disdire una prenotazione già pagata, invece di perderla proponi un servizio aggiuntivo (es: la colazione se non era inclusa) oppure invece di restituire l’importo, offrigli un voucher. Se il cliente ha diritto al rimborso e insiste per averlo, ovviamente restituisci l’intero importo. La peggior cosa è il passaparola negativo.

PUNTO 8: Gestione dei fornitori

Se vedi che nonostante gli sforzi, le vendite continuano a diminuire, i clienti sono sempre meno e l’azienda fa fatica a raggiungere il punto di pareggio, anticipa le difficoltà e contatta i tuoi fornitori per rinegoziare gli accordi di pagamento.

Piuttosto che tentennare e farti chiamare dalla loro amministrazione chiama tu. Fai capire la situazione e prometti che pagherai, ma hai la necessità di dilazionare i pagamenti. Se, ad esempio, hai un pagamento a 30 giorni chiedi che venga suddiviso in 3 tranche, 30,60 e 90 giorni. Tasta tu, in ogni caso, il polso della situazione e cerca di comprendere quale potrebbe essere l’accordo migliore che potresti strappare. Ricordati sempre, comunque, che dall’altra parte c’è una persona come te, che potrebbe avere i tuoi stessi problemi.

Non prendere in giro chi ti trovi davanti, Sii franco ma risoluto. Ma soprattutto fai di tutto per rispettare i pagamenti rinegoziati, in questo modo non intaccherai la fiducia che il fornitore ripone in te. Non c’è niente di peggio che chiedere di posticipare un pagamento e poi non onorare la propria parola.

PUNTO 9: Ripensa il tuo business

“Dietro ogni difficoltà si nasconde il seme dell’opportunità”. Lo sappiamo, leggere questa frase, in questo momento complesso, potrebbe farti storcere la bocca. La verità però è questa: da questa lezione bisogna trarre un insegnamento e cercare di trovare il lato positivo anche nella disgrazia.